domenica 31 agosto 2014

Guida di cucina: come indossare gli spaghetti al sugo!

Inutile girarci troppo intorno, anche perché è uno degli stereotipi indiscussi dell'italianità: il cibo a noi italiani piace, c'è poco da fare. Ed è proprio di cibo che si parla sulle passerelle che laRepubblica.it ci propone, con una sfilata di cibo su misura per tutti i gusti e misure.

Sono vari i brand che da tempo si dedicano a collezioni basate sul cibo e affini ed è tipico de brand italiani - ma non solo - lasciarsi ispirare dai gustosi e succulenti piatti della tradizione popolare. 

Non si può infatti non citare la Capsule Collection Moschino 2014 creata sulla M di McDonald's che ha fatto il giro del web e che ha rilanciato al massimo l'estro del diretto re artistico Jeremy Scott.




Quello che repubblica propone qui è invece una semplice raccolta di foto simpatiche di vari brand che hanno giocato con l'idea di Fashion&Food creando articoli simpatici e più o meno indossabili.

Molto marketing e ironia che serve ai brand per fare rumore attorno alle loro vere collezioni e per strappare un sorriso agli affamati di scarpe!


venerdì 29 agosto 2014

iPhone 6? Apple fissa la data al 9 settembre

Naturalmente il mondo social impazza alla data ufficiale comunicata qualche ora fa dalla casa di Cupertino: fra 10 giorni, il 9 settembre al San Francisco Theater - come sempre!
L'appuntamento, ora locale, è fissato per le 10 del mattino - quindi per le 19:00 ore italiane, e anche questo, come sempre!

Sono tanti i rumors che hanno invaso il web in questi ultimi mesi, e che soprattutto oggi divamperanno tra blog e articoli vari. Certamente ci si aspetta il nuovo iPhone 6, probabilmente in due versioni, con lo schermo da 4,7 e con uno da 5,5 pollici. 
Non manca neanche il tanto proclamato e mai arrivato iWatch, che i copetitor (e non solo) aspettano da tempo ma che, a quanto pare, non vuole proprio mostrarsi al pubblico!

Un'altra piccola parentesi sui prezzi, alcune voci hanno finora rimandato alla possibilità di un aumento di quasi il 5-7% (una buona cinquantina di euro) sul prezzo base finora utilizzato, ciò significherebbe un notevole rincaro sui prezzi che porterebbero il modello base a circa 750€ - non poco!

Quindi, come loro stessi ci comunicano "Vorremmo dire di più" ma altro non sarebbero che supposizioni!

... Possiamo attendere, in fondo mancano solo dieci giorni!

Gamification marketing e social gamification: iniziamo a parlarne

"The process of game-thinking and game mechanics to engage users and solve problems" (Zichermann-Cunningham, Gamification by Design)
Se è vero che lo sviluppo delle tecnologie ha mutato il modo di fare branding e adv allora è anche vero che esistono contesti in cui il fare branding rimanda a pratiche tutt'altro che nuove, tecnologiche e digitalizzate, ma ad una delle attività più primitive e naturali dell'uomo: il gioco. 


Le iniziative di comunicazione (prevalentemente digitali è vero!) tendono sempre di più a lavorare su aspetti sociali e comunitari, prendendo le distanze dal "We want you!" ma puntando ad attività ricreative che chiamino in causa più persone, messe a confronto e pro-attive verso un comune interesse. 

Avevo dato qualche accenno alle dinamiche di co-creation nel mio articolo di qualche giorno fa Co-creation: iniziamo a parlarne!, dove ho voluto solo iniziare una breve introduzione ai processi co-creativi delle realtà aziendali.

Ciò che vorrei suggerire in questo post invece rimanda ad un aspetto a priori delle varie attività di co-creation, ovvero la loro natura fortemente ludica, che le rende così attraenti poiché innescano le pratiche elementari dei giochi e della cooperazione.

Gamification quindi significherà basare le attività di promozione su questa attitudine ludica che è innata nell'essere umano e che lo porta, non solo alla cooperazione ma anche alla volontà di innescare atteggiamenti propositivi e attivi nei confronti delle attività che gli vengono richieste.

Ecco quindi un rapido accenno a ciò che gamification significa. Prossimamente approfondirò l'argomento in entrambe le direzioni, cercando di analizzare meglio le sue radici e osservando le prospettive future di questa pratica aziendale sempre più attiva a diffusa.

mercoledì 27 agosto 2014

Volkswagen Phone Car Crash: lo sconvolgente spot sulla sicurezza alla guida

Hong Kong, MCL Cinema, giugno 2014: sede di una delle iniziative pubblicitarie e commerciali più imponenti dell'anno e sicuramente più suggestive del web.
I Social impazziscono di fronte agli 80 secondi (o poco più) di video promozionale e gli addetti ai lavori non hanno che da osservare con ammirazione il più che ben fatto lavoro dei creativi Volkswagen.

Si sta parlando della nuova iniziativa commerciale di "pubblicità progresso" lanciata a giugno dalla casa automobilistica tedesca, che ha il semplicissimo compito di trasmettere il messaggio "Quando guidi, tieni gli occhi sulla strada". Ovviamente l'azienda non ha problemi a far passare il messaggio a livello commerciale, considerando che può vantare a portfolio una storica e ricca tradizione pubblicitaria, ma ciò che si spinge a fare in questa iniziativa è, probabilmente una delle maggiori affermazioni di pubblicità partecipativa del 2014, ad altissimo impatto virale e ad alto grado di coinvolgimento emotivo dello spettatore.

Diamogli un'occhiata!
...silenzio...

Non c'è molto di markettaro da aggiungere alla travolgente dimostrazione pubblicitaria di Volkswagen che con la sua semplicità fa passare con eleganza e chiarezza uno dei messaggi più pubblicizzati degli ultimi dieci anni. Lo fa con il perfetto stile pulito e lineare che contraddistingue le campagne dell'azienda nei suoi anni di maggiore splendore e fa passare il messaggio con arroganza, facendosi spazio nella densa nuvola di concorrenti che hanno la loro stessa necessità di urlare il valore dell'attenzione alla guida - non solo per obblighi di marketing ma per motivazioni ben più corrette e nobili.

Creando quindi uno spot interattivo che chiama in causa lo spettatore come attore attivo/passivo, crea il dramma di questa narrazione dalla colpa degli spettatori che, trascinati in un contesto altro, vengono sconvolti da tutta una serie di azioni e di eventi indipendenti dalla loro volontà.

Poco altro da aggiungere, se non tanta curiosità sull'impatto che questa geniale campagna avrà sulla produzione dei concorrenti.

mercoledì 20 agosto 2014

Video CV: come fare marketing di se stessi

Se vendere potrebbe essere considerata anche una forma d'arte - c'è chi può e chi non può (o può male!) - allora ciò che mi viene da pensare in questo momento di incessante stress da colloqui di lavoro è: ma io sono capace di vendere me stesso adeguatamente?

In fondo la gestione di un colloquio altro non è che l'esposizione di un prodotto: se stessi! E la riuscita o meno di quella vendita è il contratto (quando va bene!). Cercare di fare del proprio CV un prodotto da accaparrarsi a tutti costi però è davvero un'ardua impresa ma che, se affrontata con il giusto spirito e con le dovute considerazioni, può diventare anche un lavoro molto creativo e soddisfacente.

Colloquio di lavoroCiò che mi piace considerare come un ottimo spunto a sostegno della "creatività nello scrivere il CV" è il sempre più richiesto Video CV. Molte aziende cominciano a volerlo includere nel processo di selezione, inserendolo nel form insieme al link per il caricamento del CV, quindi è bene iniziare a procurarsene uno!
In altri Paesi è molto diffuso almeno dal 2009 e bisogna dire che anche in Italia inizia a prendere piede, soprattutto tra coloro i quali indirizzano all'estero le loro speranze di ingaggio.

Il recruiting dunque si fa più complesso e, anche se alla creatività non c'è freno, come ogni produzione professionale di vendita, anche il Video CV ha degli standard da dover seguire:
  • Durata: circa 1,50 minuti (che potrebbero diventare 3 nel caso di lavori particolarmente articolati);
  • Performance: evitare tempi morti, inquadrature non a fuoco o location poco adatte;
  • Distribuzione: la condivisione sui media è di vitale importanza, quindi un formato facilmente adattabile alle diverse piattaforme video è l'ideale.
Dopo un week-end di riprese amatorialissime e lampade in giro per casa, sono riuscito a produrre il mio Video Curriculum con esplicita citazione al grandissimo...

Dategli un'occhiata!



martedì 19 agosto 2014

Guida alla pubblicità nell’era social: si #Icebucketchallenge

Ecco come impazzano i social, ecco come si sponsorizza e come si promuove un’idea. Ecco come si ingaggia un testimonial ed ecco come si urla una reason why.

Pete Frates, ex giocatore di baseball e affetto da SLA da il via ad una grandissima campagna di sensibilizzazione che interessa il panorama mediale ingaggiando, a partire dallo stesso Frates, vip, top e influencer dentro e fuori il mondo dello spettacolo.

Il fenomeno prende piede e nel giro di qualche settimana i big dell’economia e della comunicazione mondiale si scambiano secchiate d’acqua sfidandosi sui social e dando seguito alla catena che, a quanto pare, stenta ad arrestarsi.


Dopo Tim Cock, Bill Gates, Richard Branson, per non parlare di tutta la schiera di attori e star del mondo dello spettacolo, ecco che gli incassi in favore della ricerca sono saliti vertiginosamente (e speriamo vivamente continuino a salire!) così come # e sfide.

Un’ampia e forte lezione di buon marketing che nasce da un’idea semplice e, di per sé insignificante ma, a quanto pare, ad altissimo potenziale comunicativo. È sorprendente il genio di questa campagna, nata un po’ dal nulla e che ha letteralmente inondato i vertici dell’opinione pubblica mondiale. 

Co-creation: iniziamo a parlarne!

Fare Co-creation su prodotti o servizi con l’aiuto di azioni social, permette di determinare più velocemente falle di mercato e trovare metodi creativi per risolverle anticipatamente.

Questo è quanto riportava un articolo di Forbes qualche tempo fa intitolato Why co-creation is the future for all of us, che approfondiva il tema della collaborazione creativa nel business.

Ad oggi sempre più aziende stanno gettando i loro primi passi all’interno della collaborazione con i loro utenti, e i motivi sono i più svariati, che dipendono tanto dal settore aziendale quanto dal piano marketing che lo sorregge, rendendo un progetto co-creativo un vero e proprio evento promozionale con fini pubblicitari.

La pretesa è semplice e diretta, è chiara fin dall’inizio dei vari progetti e la partita si giocherà tra coloro i quali saranno in grado di rendere le loro iniziativi di co-creazione il più virali e attrattive possibile. Qui non si tratta solo di inserire gli utenti nel circuito di creazione del prodotto ma, probabilmente di fare marketing sul marketing sta dietro quel circuito di progettazione. 

È mettere a nudo, è scoprire i fili, è sbirciare dal buco della serratura per vedere com’è fatto, ed è il futuro del marketing: possiamo solo stare a guardare e partecipare alla creazione!